mercoledì 26 dicembre 2012

La democrazia del futuro parte da un programma 2.0!

In questi giorni, in politica regna molta confusione e incertezza. Nessuno sa come andrà effettivamente a finire e chi governerà dopo le elezioni di febbraio. In questo contesto difficile e dominato da una sempre maggiore pressione dell'Europa, che inevitabilmente vincola sempre piu' le scelte politiche del nostro Paese,  sembra difficile far tornare la parola a noi cittadini.
 Dunque, chiunque vorrà governarci deve essere franco da subito , facendo notare i limiti di una futura azione di governo, dettata sempre piu' prepotentemente da una sfrenata globalizzazione, verso la quale, le politiche dei Paesi dell'Unione devono necessariamente essere sempre piu' convergenti, onde evitare effetto domino su una crisi già pesante, che tra l'altro, tarda ormai a passare....I programmi delle coalizioni sono sempre piu' uguali, ma nessuno sa cosa dicano. Riflettete. Quanti di voi conoscono il programma dei leader cui avete accordato la fiducia? Non penso in molti. Si, si vedono facce di candidati, ma piu' facce che testi di programmi. E quando si leggono, sono estremamente complessi e mi chiedo: Come è possibile verificarne l' attuazione? Come è possibile sapere se le idee si scontrano con eventuali vincoli sovranazionali o con vincoli dettati dalla riforma costituzionale del 2001 (art.117)? La gente comune cosa ne può capire di ciò? Beh, mi dispiace, ma il primo lavoro che andrebbe fatto è priprio sui cittadini. Loro devono cominciare a capire veramente come stanno  le cose, cosa lo Stato centrale può fare e cosa no.....cosa lo Stato ha realizzato, in merito a quanto aveva programmato e cosa no..... non possiamo piu' aspettare!!!
L'innovazione dei social in questo ci aiuta moltissimo, soprattutto aiuta ad abbattere le barriere gerarchiche e le distanze tra le fasce della popolazione, aprendo  ad un nuovo sistema "politico" 2.0, in cui, ciscuno può fare la sua parte e contribuire  ad un Paese migliore: dal "giovane" pieno di entusiasmo, al "vecchio" stanco ma ricco di esperienza. Occorre propensione al rischio e disciplina, occorre intraprendenza ma anche lungimiranza, occorre novità, creatività e molte "quote rosa". Le donne in questo possono esserci veramente d'aiuto. Ma non solo , occorre cambiare i meccanismi e le regole del gioco, anche se non consolidate con una norma. Ci vuole innovazione "vera" e, in un momento di crisi, un programma di consenso realizzato dal basso e veramente partecipato,realizzato sia con strumenti 2.0, sia con strumenti "porta a porta"  può essere una novità. Soprattutto se viene realizzato a partire da vere idee di cittadini che le firmano, diventando loro stessi i candidati al Parlamento per realizzarle. Ma oggi non sono  piu' sufficienti buone idee e un programma ! E' anche necessario , e da subito, inserire i tempi e le modalità di attuazione e di accompagnamento delle idee. Ad esempio a partire da una idea occorre esplicitare anche come realizzarla (bozze normative, azioni da effettuare per attuare le norme nel tempo,monitoraggio  tempi , etc... e  indicatori che consentano realmente di capire se i punti programmatici siano stati realizzati o meno) perchè altrimenti si rischia di essere poco credibili, indipendentemente dall'appartenenza politica. Ma anche questo non basta! E' necessario che tutto ciò sia estremamente semplice, veramente alla portata di  tutti!!!... .... Basta con programmi complessi e illegibili..... servono pochi punti effettivamente realizzabili, di estrema concretezza .... . E anche se ciò non è stabilito per legge, chi avrebbe il coraggio di proporre un metodo di questo tipo, sarebbe molto avvantaggiato e riceverebbe un notevole consenso... , tra l'altro spronando anche altri in questa direzione.... e scusate, non è cosa da poco.... In pratica vedo un programma con al massimo 10 idee proposte dai cittadini escritte in modo semplice. Su queste idee altri cittadini, potrebbero proporre come attuarle, contribuendo anche eventuali  esperti di settore, sia tecnici, sia amministrativisti , sia economisti....L'importante è dare da subito le soluzioni con tempi risorse necessarie e ipotesi legislative già preconfezionate nel dettaglio.. create nella "rete" e sottoposte, da subito, alla "rete".Occorre comunque tenere in considerazione anche chi la rete non la usa, e quindi occorrerebbe trovare strumenti di partecipazione anche al di fuori, utilizzando incontri partecipativi "analogici".... (so che i tempi sono stretti, ma tutto si può fare se si ha la volontà..) . Il politico, sarebbe quindi un cittadino che si vedrebbe proiettato in Parlamento, e avrebbe il mandato dai suoi elettori nel portare effettivamente avanti le idee da lui inserite nel programma di governo.... E' una idea sicuramente strana, scritta il 26 dicembre, in fretta e furia, ma la domanda da farsi è : potrebbe essere utile per il nostro Paese un partecipazione attiva a partire dal cosa occorre fare e come? Oppure oggi, nella situazione in cui ci troviamo, è meglio scegliere la persona o il simbolo senza conoscere i programmi? Io sono convinto  che è dalla stesura del programma che comincia la democrazia del futuro, e che noi tutti, ciascuno nella sua professionalità, nella sua età e nei suoi valori, può portare un contributo positivo, sia alle idee,  sia a come queste  debbano essere concretizzate.  Ma forse sono solo uno dei tanti sognatori che oggi  pensa che il prossimo Natale possa essere veramente diverso...

1 commento:

  1. Mi auguro che ci sia qualche partito che, per costruire il proprio programma, abbia seguito un percorso simile a quello descritto. Anche se non pubblico, già fossero stati davvero coinvolti i suoi iscritti sarebbe un bel passo avanti.
    Ciò che sappiamo per certo è che, anche stavolta, il nostro voto andrà in qualche pozzo dei desideri. E da lì ciò che galleggerà in superficie, dritto dritto per andarsi a sedere Parlamento, ha un ordine ben preciso. Non quello alfabetico, di età o esperienza. L'ordine è quello deciso a tavolino dal partito, nel momento di comporre e pubblicare le liste.
    Perciò, più che al programma io guarderò al *pacchetto di mischia*: chi sono e cosa hanno fatto i primi 5 in lista, se il loro CV non è in disaccordo con i miei ideali e bisogni.
    E l'auspicio è che, dopo aver galleggiato anche grazie al mio voto, gli eletti continuino a dare testimonianza e ad operare come fatto in precedenza.

    p.s. certo, il rischio è di non trovare tra le varie liste alcun gruppo votabile.

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